Usano i bambini per fini politici
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Saronno
Angelo Veronesi - Lega Nord Saronno 19/12/2013
I bambini sono tutti uguali - sostiene il leghista Angelo Veronesi. Nella delibera ed in molti interventi di consiglieri di maggioranza abbiamo sentito che esistono delle discriminazioni, ma non ci hanno detto quali. Ho chiesto più volte al signor sindaco Luciano Porro se vede qualche differenza di trattamento, invitando il signor sindaco in quanto difensore dei bambini per l'UNICEF a darne comunicazione al Consiglio Comunale per poter trovare delle soluzioni insieme per superare tali difficoltà. Se ci si limitasse invece a fare un atto di facciata come dare la cittadinanza, ma sussistessero ancora discriminazioni tra i bambini, allora si cambierebbe solo il nome al problema e non si risolverebbero i problemi. Sindaco e assessore Cecilia Cavaterra si sono trovati in difficoltà e hanno ribadito che a Saronno non ci sono discriminazioni, cercando di tranquillizzarmi, ma hanno solo aumentato i miei dubbi su questa delibera.
Infatti se viene ribadito con forza che a Saronno non ci sono discriminazioni, allora mi viene da domandarmi perché la cittadinanza onoraria debba venire data solo ai bambini stranieri. Se il principio che la maggioranza di centro sinistra vuole difendere è quello di trattare tutti i cittadini e non cittadini alla stessa stregua, allora non parliamo solo di bambini stranieri, ma di tutti gli stranieri residenti a Saronno. Perché allora la maggioranza non ha proposto di dare la cittadinanza onoraria a tutti gli stranieri che risiedono a Saronno? Non è che la maggioranza di centro sinistra voglia sfruttare i bambini per portare avanti una scelta politica di parte? Io ritengo che questo delinei un uso strumentale dell'infanzia e vada contro nei fatti ai propositi del sindaco che dichiarava di essere il difensore dei bambini. È scandaloso usare i bambini addirittura sotto Natale. Non bisogna usare i bambini strumentalmente per portare avanti una scelta politica di parte - ribadisce il consigliere leghista Angelo Veronesi.
Ho chiesto al sindaco di opporsi, se è veramente il difensore dei bambini. Il sindaco non ha saputo giustificarsi, ma la sua maggioranza ha parlato per lui contraddicendosi numerose volte e sostenendo alcuni che la delibera non fosse politica ceracndo di salvare la faccia del sindaco, altri invece hanno rivendicato la scelta politica di dare la cittadinanza a tutti gli stranieri, come ad esempio la consigliera Oriella Stamerra. Il consigliere Pezzella si è detto contrario perchè è una scelta politica e ha votato astensione solo per rispetto delle decisioni della maggioranza della sua maggioranza in cui purtroppo è diventato minoranza. Per stanare questa scelta politica e uscire dalla situazione di stallo, ho presentato un emendamento per fare in modo che la maggioranza potesse votarsi da sola una delibera che conferisse la cittadinanza a tutti gli stranieri, come hanno sostenuto molti consiglieri della maggioranza. La maggioranza si è però ancora contraddetta e ha dovuto addirittura interrompere la seduta per discutere su come emendare la propria proposta.
Si è perso ulteriore tempo e la maggioranza non ha voluto retrocedere dalle proprie posizioni politiche e non ha colto l'occasione per evitare di usare i bambini per fini politici. Non hanno voluto dare la cittadinanza a tutti gli stranieri, vero fine della loro proposta e si sono nascosti faziosamente dietro i bambini in modo scandaloso e senza giustificazioni, perchè per dare questa cittadinanza simbolica non risolve alcun problema.
DIRITTI DI CITTADINANZA
Detto questo bisogna riportare la questione nel corretto binario. Avere i diritti di cittadinanza non è la stessa questione di avere anche i doveri del cittadino. Non si può obbligare nessuno a accettare i doveri di cittadinanza. Questa delibera sta confondendo le acque e limita nei fatti la capacità dei cittadini di comprendere appieno il senso della propria cittadinanza.
Una corretta informazione ai cittadini è necessaria per sviluppare una democrazia partecipativa degna di questo nome. Attualmente la legge italiana prevede la cittadinanza per ius sanguinis. Sono stupito del fatto che chi dice di voler essere democratico parli a vanvera di ius sanguinis cercando di deformare la capacità di percezione del cittadino di comprendere cosa comporta questo sistema rispetto allo ius soli. Nessuno vuole sostenere che il sistema attuale di naturalizzazione dello ius sanguinis effettuato nello Stato italiano sia il migliore, dato che attualmente sono organi dello Stato, che non sono eletti dai cittadini, che possono decidere a chi concedere la cittadinanza in modo discrezionale (giusto per usare lo stesso termine presente sul sito del Ministero dell'Interno italiano).
Sarebbe forse più umano adottare un sistema democratico di naturalizzazione che si applica ad esempio in diversi Cantoni della Confederazione Elvetica, dove è il Consiglio Comunale a votare caso per caso per la concessione della cittadinanza, in modo che il cittadino straniero che richiede la naturalizzazione sia valutato in modo meno asettico.
Diventare cittadino vuol dire entrare a far parte a pieno titolo della comunità ospitante, per cui significa condividere le responsabilità, i doveri e non solo i diritti della democrazia. Se i diritti della democrazia possono venire concessi anche agli stranieri, come in Italia viene fatto, la responsabilità ed i doveri della democrazia non possono essere acquisiti senza vivere all'interno della comunità e condividendone almeno in parte i valori. La naturalizzazione è una questione di democrazia e non deve essere legata solo al suolo di nascita. È giusto, dato che la cittadinanza è una questione di democrazia, che sia un organo democraticamente eletto come ad esempio il Consiglio Comunale a poter decidere caso per caso chi naturalizzare. È giusto sia per il cittadino che chiede la naturalizzazione, dato che deve dimostrare di essere parte integrante della comunità ospitante dimostrando senso di responsabilità e dovere civico. D'altro canto è giusto che la naturalizzazione avvenga per mandato popolare tramite gli eletti dei cittadini, dato che è una questione strettamente legata alla continuità della democrazia.
Lo ius soli non dà certezza dell'avvenuto processo di naturalizzazione, ovvero di condivisione sia dei doveri, sia dei diritti di cittadinanza, dato che non garantisce che l'individuo sia rimasto a vivere nella nostra comunità in maniera continuativa. Potrebbe benissimo succedere che chi nasce su territorio dello Stato, decida di vivere per buona parte della propria vita in un'altro Stato diverso in cui valori e cultura sono completamente diversi, tali da essere in alcuni casi incompatibili non solo con i modi di vita, ma anche con il Diritto della Repubblica.
Come sarebbe possibile avere cittadini che non condividono ad esempio l'uguaglianza tra individui, il diritto della famiglia, il diritto al lavoro, il diritto alla propria individualità e alla vita, tutte cose che la maggior parte dei nostri concittadini ritengono scontate in Italia e in Padania, ma che non sono scontate in altri Stati. È giusto che la naturalizzazione avvenga al compimento del 18esimo anno d'età del cittadino, in modo che sia l'individuo stesso a decidere in piena coscienza e con la dovuta maturità se vuole partecipare a pieno titolo alle responsabilità, ai doveri e ai diritti della cittadinanza della nostra Repubblica.
Angelo Veronesi