Ad un saronnese il Premio Nazionale per l'Innovazione
Articolo in: - Comunicati
Saronno
Giancarlo Maria Cesco Frare 26/06/2013
Il 25 giugno, a Roma presso il CNR, in occasione del 90° anniversario è stato consegnato dal Presidente Napolitano il Premio Nazionale per l'Innovazione (detto Premio dei Premi), per il settore Turismo al Saronnese Giancarlo Maria Cesco Frare, Amministratore di Mobile People Italia.
Per il progetto condotto in Pinacoteca Ambrosiana "Le Opere di Leonardo da Vinci parlano per l'Expo" con la seguente motivazione: "per avere rafforzato in maniera innovativa ed efficace – mediante l'applicazione della tecnologia NFC e con criteri adottabili in contesti più ampi – l'interazione tra opere in esposizione e visitatore, rendendo quest'ultimo potenziale promotore attivo dell'evento ed incrementando la produzione di valore aggiunto con un'efficace incentivo agli acquisti immediati di beni e servizi connessi alla visita culturale".
Intervento del Presidente Napolitano alla "Giornata per l'Innovazione" in occasione del 90° anniversario della istituzione del CNR
Roma, 25/06/2013
Vorrei semplicemente dirvi quanto abbia apprezzato e condiviso la decisione di celebrare quest'anno la Giornata per l'Innovazione e di festeggiare qui al CNR tutti i premiati. Non ero mai stato in questa bellissima sede, quindi devo dire che il non previsto e il non ambito prolungamento del mio mandato mi ha offerto, almeno, questa piacevole occasione.
Se, celebrando la Giornata per l'Innovazione al Quirinale, abbiamo voluto mettere l'accento sull'importanza decisiva per lo Stato e per la collettività dello sviluppo della ricerca scientifica, lo abbiamo fatto nella convinzione che siano essenziali le politiche pubbliche volte a consentire, a favorire e a indirizzare questo sviluppo mobilitando al massimo energie e risorse pubbliche e private in quella sinergia che qui è stata bene messa in rilievo.
Ma allora perché oggi siamo qui al CNR, e qual è il significato che attribuisco a questo spostamento della sede per la giornata che oggi celebriamo? Perché sono certamente decisive le politiche pubbliche, ma sono poi determinanti le istituzioni nel campo specifico della ricerca scientifica. Il discorso potrebbe anche essere generalizzato: rispetto e cura delle istituzioni sono uno dei capisaldi della vita e dello sviluppo di uno Stato democratico e di una società civile degna di questo nome. E le istituzioni richiedono anche una particolare, continua riqualificazione nella continuità.
Certe volte cerco di evitare che ci siano equivoci o bisticci tra il mio richiamo ai valori della continuità e della stabilità e la mia consapevolezza della necessità di un costante sforzo di auto-correzione, di verifica, di rinnovamento, e so quanto in questo senso abbia operato di recente il Consiglio Nazionale delle Ricerche, chi lo presiede, e coloro che lo dirigono.
La continuità è un elemento essenziale, non significa conservatorismo, non significa immobilismo. Vorrei che ci fosse anche un po' più di continuità nella istituzione 'governo' perché abbiamo - noi, l'Italia - il record della fibrillazione politica: magari non passano nemmeno due mesi da quando viene formato un governo che il discorso quotidiano diventa quello della prossima, o imminente, o incombente, o fatale crisi di governo. Vorrei che chi si impegna - come abbiamo sentito essersi già impegnata l'attuale Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca - potesse davvero dispiegare il suo impegno, e potesse dare un senso, un valore, una consistenza al programma che ha presentato alle Camere. Abbiamo bisogno di questa continuità delle istituzioni che fa tutt'uno anche con la loro capacità di autorinnovarsi.
Naturalmente, se un pilastro è dato dalle politiche pubbliche e un altro è dato dalle istituzioni, il terzo pilastro è dato dalle persone. Uso questa espressione che mi piace di più di quella un po' troppo astratta o fredda delle 'risorse umane' : le persone che fanno ricerca sono una grandissima, straordinaria ricchezza del nostro paese. E perché queste persone possano dare il meglio di sé debbono vedersi garantite almeno condizioni minime di serenità. A ciò deve provvedere sia la gestione delle istituzioni specifiche, sia la politica di governo, la politica generale.
Credo di essermi molto speso nei sette anni sul tema della ricerca e dei ricercatori, e ho anche affrontato tranquillamente il rischio della ripetitività. Certe volte bisogna anche ripetersi cocciutamente, perché la prima, la seconda, la terza volta magari si fa fatica ad essere ascoltati, poi forse alla fine, a furia di ripetersi, qualcuno raccoglie il discorso, ed è importante, purché ci si decida a raccoglierlo subito.
Mi fa molto piacere sentir ricordare l'importanza che ho dato al fattore "passione". L'ho ricavata da una constatazione diretta incontrando i ricercatori. Cerco di individuare alcune - non dirò categorie - fasce di giovani a seconda delle professionalità verso cui si orientano, facendo quasi una graduatoria per l'indice di passione che presentano. Ebbene, non c'è dubbio che chi si orienta verso la ricerca scientifica tocca l'indice più alto di passione personale. Questa passione non consiste soltanto nell'attesa del grande risultato, ma nella ricerca giorno per giorno del massimo di avvicinamento al possibile risultato.
Vorrei quindi rivolgere a tutti i giovani e a tutte le persone che fanno ricerca questo apprezzamento e questo incoraggiamento. Certamente ci rivedremo,e intanto faccio molti auguri al Consiglio Nazionale delle Ricerche.